mercoledì 19 novembre 2008

La questione della fonte Sacramora.

Il primo ricordo che ho della fonte Sacramora è quella di me dei miei che agli inizi degli anni '70 facevamo la fila alle vecchie fontanelle sotto al bassorilievo di Franco Luzi raffigurante il Santo aggredito dai serpenti, quando tentavo di mettere il mio bottiglione da 1 litro e mezzo alle cannelle dove l'acqua sgorgava “sacra” ed in abbondanza.
Sacra era anche la regola della bottiglia: chi aveva una bottiglia aveva la precedenza su chi invece arrivava con le damigiane con i cestelli in metallo da 12 o 18 bottiglie, con le prime taniche, il cui numero in rilievo al centro indicavano il tempo che vi era da aspettare: 5, 10, 25 litri di attesa, e quelle cannelle che non erogavano mai a sufficienza rispetto alla mia voglia di essere da un'altra parte, lontano da quel grappolo di persone che immancabilmente invadevano la via Sacramora a proprio rischio e pericolo. Perchè agli inizi degli anni 70 di auto che correvano lungo la via Sacramora ce n'erano, meno di oggi, ma ce n'erano.
Nel '73, il 21 aprile, i signori Canini Armando Giulio, Sandrino di Viserba cedettero al Comune in concessione d'uso una “...striscia delle dimensioni ml 8x6 – di terreno... “ “...per l'installazione di manufatti e rubinetti allo scopo di garantire alla popolazione la continuità nell'erogazione dell'attuale acqua della suddetta Fonte”.
Erano altri tempi, la “Sacramora” era il marchio di Viserba di Rimini che con l'acqua e le bibite nella bottiglia in vetro, quelle dalla forma sinuosa, portava il nome di Viserba in Italia e forse nel mondo. Sacramora era lo sponsor genuinamente riminese della squadra di basket, quella che ancora giocava nella palestra dietro al teatro Galli.
Quindi il declino culminato con la chiusura dello stabilimento Sacramora. Nel frattempo il degrado delle fontanelle, e il disagio causato dalle auto parcheggiate di traverso sui marciapiedi oltre all'intralcio alla circolazione lungo la via erano tali che da tempo se ne studiava lo spostamento.
Negli anni si studiarono ipotesi di spostamento come quella a firma dell'architetto Sammarini di Viserba che pensava alle fontanelle inserite all'interno di un parco termale. Nella scorsa legislatura il Quartiere era riuscito ad inserire lo spostamento delle fontanelle all'interno di una scheda limitrofa che pareva dovesse partire a breve, ma che attualmente risulta ferma.
Tornando ad un anno fa, dopo una estate in cui inizialmente l'acqua veniva troppo piano, quindi troppo forte, alla fine di ottobre la fonte Sacramora è stata chiusa. Qualcuno ipotizzò a causa della crisi idrica.
La verità, così come la racconta Luciano Tonini, che spesso aiutava l'addetto alla manutenzione dell'impianto idrico delle fontanelle, è che si sono bruciate le pompe. Nonostante le promesse del sig. Savioli pubblicate dai giornali locali alla fine del 2007 di rimettere in funzione l'impianto, a tutt'oggi le fontanelle sono chiuse.
A tutt'oggi l'unico che attualmente potrebbe riattivare l'erogazione dell'acqua dalle fontanelle è l'intestatario della concessione mineraria rinnovata con determina 005050 del 16/06/1997 dalla regione Emilia Romagna con durata fino al 07 ottobre 2026.
Preso atto che in data 26 marzo 2008 il ministero della salute ha emanato un decreto di “Sospensione della validita' dei decreti di riconoscimento delle acque minerali «Sacramora» e «San Giuliano», di Viserba “ causa la mancata trasmissione dell' “...autocertificazione concernente il mantenimento delle caratteristiche dell'acqua minerale, nonche' una analisi chimica ed una analisi microbiologica relative a prelievi effettuati nel corso dell'anno alle singole sorgenti”, in accordo con i consiglieri circoscrizionali Tonini e Morolli abbiamo deciso di fare valere i diritti dei cittadini sanciti dall'atto prefettizio originario prot. 33407 div 3^ del 9 ottobre 1956 pubblicato nella gazzetta ufficiale del 6 aprile 1957 n°89 che, agli articoli 13, 14, 15 esprime in maniera quasi poetica quanto segue: “art. 13: A salvaguardia dell'antica consuetudine dei cittadini di Rimini di attingere acqua per usi propri dalla fonte oggetto della concessione di che trattasi, il concessionario si OBBLIGA a consentire l'accesso gratuito ed indiscriminato dei predetti cittadini alla miniera per l'attingimento ed il consumo sul posto dell'acqua.
Art.14 Nel caso di cui al precedente articolo l'acqua attinta potrà essere trasportata fuori dalla concessione limitatamente a pochi litri al giorno e per un numero limitato di giorni dai cittadini riminesi che ne abbiano necessità per usi curativi...
Art.15 La facoltà di cui ai due articoli precedenti potrà essere esercitata in qualunque tempo dell'anno e quotidianamente dall'alba al tramonto...
Per questi motivi abbiamo richiesto alla Provincia di Rimini, competente in materia, mediante lettera approvata all'unanimità in Circoscrizione 11/06/2008 di fare decadere la concessione mineraria in essere in quanto appare chiaro che questa è a tutt'oggi non più operante, in modo che il pubblico possa tornare a gestire direttamente la fonte Sacramora e questa venga riaperta al godimento dei cittadini.
Tralascio ogni commento riguardo ai veri motivi per cui il privato continui a mantenere una concessione mineraria senza sfruttarla, ma la vertenza con il Comune nella vicenda di via Sozzi chiarisce ogni dubbio. A buon intenditor....
Notizie di questi giorni la provincia sta procedendo con le verifiche utili allo scopo, così come aveva promesso l'assessore Romani.
Alla fine di questa vicenda spero che la Sacramora possa tornare sia a regalare la sua “sacra” acqua a noi Viserbesi, ma anche ad essere di nuovo il mezzo capace di portare “Viserba” per il mondo.
Un saluto. Fabio Betti