lunedì 3 maggio 2010

Incontro Mamme di giorno del 30 aprile. Il commento dell'associazione NUOVE GENERAZIONI

Si è tenuto venerdì 30 aprile, presso la sala polifunzionale delle Celle, un’assemblea pubblica di presentazione del progetto “Tagesmutter: mamma di giorno”, incontro promosso dal Presidente del Quartiere 5 Fabio Betti, e sostenuto dall’ass.re alle Politiche Educative e Scolastiche, Samuele Zerbini. All’incontro hanno partecipato il presidente della Circoscrizione n°5, Fabio Betti, particolarmente sensibile alle politiche sociali, le associazioni Centro Studi Nuove Generazioni, Associazione Famiglie Numerose, Centro Aiuto alla Vita, il Club Soroptimist, Confcooperative, le Acli e numerose mamme.
A presentare l’iniziativa sono intervenute le cooperative “Il Sorriso” di Trento, “Mano nella mano” di Savignano sul Rubicone e “Il Maestrale” di Cattolica .
Ad introdurre i lavori è stata la presidente della coop. “Il Sorriso” di Trento, Maria Grazia Gasperoni, prima cooperativa “tagesmutter” riconosciuta in Italia.
Tagesmutter (“mamma di giorno”), spiega la Gasperoni, nasce nei paesi nordici negli anni ’60 e trova le sue origini in un’antica tradizione tedesca: le contadine che andavano a lavorare, affidavano i propri figli ad una di loro che li accudiva a casa propria in cambio di generi alimentari.
Nel corso degli anni, questa figura si è evoluta ed oggi è diventata un’opportunità di lavoro per molte donne che , dopo la gravidanza, perdono il posto di lavoro.
Le Tagesmutter si definiscono assistenti materne: a loro viene riconosciuta una qualifica professionale in seguito alla frequenza ad un corso di formazione di almeno 250 ore. Possono accudire bambini da 0 a 6 anni, fino ad un numero massimo di cinque (compresi i loro figli), con orari flessibili e portando avanti un progetto educativo concordato con i genitori dei bambini.
Non si tratta, quindi, di semplici baby-sitter, ma di professioniste riunite in cooperative , che si avvalgono di consulenze di psicologi e pedagogisti, con regolari posizioni contributive, esperte di pronto soccorso e che garantiscono abitazioni perfettamente a norma.
Il progetto pedagogico rispetta i tempi dei bambini, ne favorisce l’autonomia offrendo la possibilità di socializzare all’interno di un piccolo gruppo, tenendo conto dell’esigenze di ogni singolo bambino. I bambini hanno una sola figura di riferimento, ricreando un contesto simile a quello familiare.
Le “Mamme di giorno”, quindi, possono da un lato andare ad implementare la gamma dei servizi per l’infanzia che il Comune di Rimini offre ai genitori e, dall’altro, offrire nuove opportunità di occupazione per le mamme.
Andrea Mistura, Nuove Generazioni, ha ricordato l'importanza di un servizio a favore delle famiglie, che venga organizzato in maniera flessibile dalle famiglie stesse.
Paolo Nanni, Ass. Famiglie Numerose, ha sottolineato l'importanza di un servizio presso un ambiente casalingo, a patto che ci sia una formazione, e per questo il Servizio “Mamme di Giorno” può rispondere bene.
Anna Albini, del Centro Aiuto alla Vita: è un progetto che sosteniamo, perchè abbiamo sempre pensato a questo modo per dare un lavoro alle mamme, e un servizio alle altre famiglie
Brolli, Direttore ConfCooperative, Ha ringraziato per l'occasione, ricordando anche i servizi che le Mamme di Giorno possono dare alle aziende, e aggiungendo che a ConfCoop questo è un'idea che interessa
Rosabianca Bocchini, delle ACLI, ha dato conto dei dati economici italiani che penalizzano la famiglia, i dati dell'osservatorio Caritas, e al termine ha sostenuto l'utilità delle Mamme Di Giorno perchè sono un sistema di autoaiuto, e un'opportunità di lavoro per le mamme, e un servizio per le famiglie dove le donne lavorano.
Lucia Muti Gambarini, Presidente Soroptimist, ha ricordato che il Soroptimist a livello nazionale sostiene il progetto nell'ambito di Formazione Educazione, ha fatto numerosi convegni, e sosterrà a livello locale il progetto.
Sono intervenuti anche alcuni consiglieri comunali e di quartiere, di maggioranza e opposizione, sostenendo l'idea. Inoltre, gli Imprenditori e i Dirigenti dell'UCID hanno aggiunto che accanto a questo servizio che si considera importante, sarebbe altrettanto utile chiedere alle imprese di concedere più spesso il part-time
Tutti hanno riconosciuto come ci sia il bisogno di un'iniziativa di questo tipo, ringraziato l'Assessore Zerbini per l'opportunità di essere ascoltati, e hanno sottolineato di come sia il percorso, sia l'idea siano positive.
L'Assessore Zerbini ha concluso i lavori, prendendo atto della disponibilità e dei suggerimenti emersi dall'assemblea, del comune accordo sull'utilità di un servizio simile, sottolineando come a Savignano non ci siano più liste d'attesa, e quindi partirà immediatamente a vedere come sia attivabile il servizio “Mamme di Giorno” a Rimini.
Andrea Mistura,
Ass. Nuove Generazioni

domenica 2 maggio 2010

Incontro Mamme di giorno

Venerdì pomeriggio, presso la sala delle Celle, la Circoscrizione 5 ha organizzato un incontro con l'assessore alla Pubblica Istruzione Samuele Zerbini per riflettere su problematiche famigliari, in particolare sull'impegno di essere mamme e di quanto potrebbe essere utile fare nascere un servizio come quello denominato “Mamme di Giorno”: un servizio che nasce dall'incontro tra le esigenze di madri che vogliono vivere la maternità fino in fondo e madri che hanno la necessità di affidare i propri figli per potere lavorare, quando il pubblico (nel caso di Rimini nell'oltre 80% dei casi), non riesce a dare un servizio a tutti.

Ad aiutarci a Vedere ed a Giudicare la situazione della società italiana con l'occhio delle famiglie e delle madri, sono intervenuti Paolo Nanni - associazione Famiglie numerose, Andrea Mistura - Ass.Centro Studi Nuove Generazioni, Lucia Muti Gambarini - Presidente Club Soroptimist di Rimini, Anna Albini - Centro Aiuto alla Vita, Roberto Brolli - Segretario Generale Confcooperative Rimini, Rosabianca Bocchini - Acli di Rimini.

Hanno raccontato le esperienze del servizio di "Mamme di Giorno" Maria Grazia Gasperoni - Pres.Coop "Il Sorriso" Trento, Maria Pia Forlani - Pres.Coop "Mano nella mano" di Savignano sul R., Marica Marchi - Coordinatrice Coop "Il Maestrale" di Cattolica

E' emerso chiaramente lo stato di difficoltà nella quale versa la famiglia italiana, schiacciata sotto il peso di un fisco sempre più vorace e patrigno, di servizi all'infanzia assenti o palesemente insufficienti, di dubbi sulle scelte di diventare madri e padri, sulla necessità di mantenere una posizione lavorativa per la donna che non penalizzi fino al senso di colpa il rapporto con il figlio. Si sono ascoltate le difficoltà del rapporto con il servizio pubblico che gestisce le assegnazioni dei pochi posti, spesso ignorando le reali necessità degli utenti sia in fatto di orario che di assegnazione dei posti. In questa situazione le prospettive sono comunque legate ad una presa di consapevolezza di madri e padri che agiscono solidaristicamente per migliorare le proprie condizioni.

In tutto ciò l'organizzazione di servizi quali le "Mamme di Giorno" nel breve periodo può sollevare in parte i pesi delle famiglie che in questa società intendono essere anche feconde.

E' stato interessante ascoltare come sia a Trento che a Cattolica ed a Savignano (in questo ultimo caso grazie alla lungimiranza del Sindaco Elena Battistini), il servizio sia nato dalla presa di coscienza di un gruppo di madri intenzionate a crearsi un servizio che il pubblico non forniva e di come sia stato necessario battersi contro leggi provinciali e regionali che impedivano la realizzazione di tale servizio. Anche a Rimini sarà necessario lavorare contro gli ostacoli che pone in essere la legislazione della regione Emilia Romagna in materia.
E' stato altresì interessante ascoltare come si svolge il servizio, come sono impostati i rapporti tra la "Mamma di giorno" e le mamme che le affidano i bambini, come in questo servizio siano responsabilizzati i padri e mariti delle "Mamme di giorno", come queste ultime abbiano l'obbligo di formazione e aggiornamento, nonchè di tenere uno stretto rapporto con i responsabili della cooperativa alla quale sono associate.

Dopo questa analisi della situazione e come proposta di azione, l'Assessore Samuele Zerbini, che ha fortemente voluto quest'incontro, si è impegnato a porre le basi per tale servizio anche nel Comune di Rimini, prendondo spunto da come funziona già in altri comuni della regione, organizzando il primo corso di formazione per "Mamme di giorno".

Un saluto

Fabio Betti

lunedì 19 aprile 2010

Mamme di giorno. La politica sociale si mobilita

Mamme di giorno, una opportunità per mamme e bambini riminesi
Venerdì 30 Aprile, ore 18
Sala delle Celle, via XXIII Settembre, 124 Rimini

Saranno Presenti:
Paolo Nanni - Responsabile Provinciale Ass. Famiglie Numerose
Anna Albini - Centro Aiuto alla Vita
Andrea Mistura - Ass.Centro Studi Nuove Generazioni
Lucia Muti Gambarini - Presidente Club Soroptimist di Rimini
Samuele Zerbini - Assessore alle Politiche Educative e Scolastiche
Roberto Brolli - Segretario Generale Confcooperative Rimini
ing. Fabio Betti - Presidente della Circoscrizione n°5 di Rimini
all'incontro parteciperanno anche le ACLI

Verranno anche presentate le esperienze in corso in Italia e in Emilia
Romagna
Maria Grazia Gasperoni - Pres.Coop "Il Sorriso" Trento
Maria Pia Forlani - Pres.Coop "Mano nella mano" di Savignano sul R.
Marica Marchi - Coordinatrice Coop "Il Maestrale" di Cattolica

Lavori in mare. Tra chi vuole un futuro ed il tafazismo dilagante.

dopo quanto successo i giorni scorsi in concomitanza del lavori a
spiaggia nella zona di Rimni Nord credo sia necessario fare una serie
riflessioni, in quanto in gioco non vi è il destino di una o 2 zone di
spiaggia, ma la sopravvivenza di un intero sistema.
Rilevo con favore il comunicato delle categorie economiche di Viserba,
che, unitamente alla lettera sottoscritta il 20 aprile dell'anno scorso,
nella quale 77 operatori economici della zona nord, tra anche bagnini,
oltre a ringraziare l'amministrazione comunale per gli sforzi messi in
atto per il miglioramento delle condizioni balneari all'interno delle
scogliere di Rivabella e Viserba, si auguravano che il progetto del
dott. Faina fosse portato a compimento con l'abbassamento delle
scogliere di fronte al porto canale, consapevoli che senza tale opera il
lavoro fin li fatto sarebbe risultato vano.
A fronte di una rappresentanza di bagnini (parte) che avanza pretese
quali "la spiaggia è mia e nessuno la tocca", con confronti basati sul
"ho ragione e le vostre sono tutte fesserie" esposte in modatità
bitonale (forte e fortissima), esiste anche la parte della città che
lavora con questo mare che in realtà presenta problematiche alle quali
l'assessorato all'ambiente tenta di trovare soluzioni coinvolgendo anche
il servizio di bacino che quest'anno, dopo anni si stà impegnando in
questa difficile lotta.
Già lo scorso anno, durante le opere con gli scrambler, che hanno dato
dei risultati apprezzabili in termini di qualità dei fondali, in
particolare nella zona circostante la fossa dei mulini, ho avuto modo di
cogliere la difficoltà di una categoria a lavorare insieme, ma
quest'anno si è creato un clima peggiore che in Medio Oriente. Tutti
contro tutti, per il proprio orticello a costo di distruggerlo. Il
problema però è che ciascun orticello fa parte di un sistema che, nel
caso in cui venisse espulso singolarmente dal sistema balneare si
porterebbe appresso tutta la città, perchè siamo a Rimini (Rimini Nord)
ed in Germania o altre nazioni che da anni ci denigrano sistematicamente
sulla qualità delle nostre spiaggie e del nostro mare certe differenze
non vengono apprezzate.
Il tuonante Mussoni parla di lettere mandate in febbraio che descrivono
problematiche che riguardano Viserbella Nord. Ha ragione, ma se
veramente era suo interesse impegnarsi per Viserbella Nord, magari
avrebbe potuto darsi da fare con gli organi di rappresentanza che oggi
critica qualche mese prima, quando venivano fatte le stime dei lavori e
venivano messe a bilancio le somme. Notare che gli incontri per decidere
i lavori sono stati fatti da fine Settembre ai primi di Ottobre.
Infine la questione dei fanghi, chiamiamoli così, all'interno delle
scogliere. E' vero che sono presenti ovunque siano le fosse (vedi sbocco
di piazzale Kennedy), ma dove non vi è ricircolo di acqua non solo ci
sono i fanghi, ma l'acqua non è il massimo per la balneazione.
Personalmente non capisco nulla di dinamiche del mare, ma come tanti di
Viserba si ricordano come prima di lasciare che la fossa scaricasse
all'interno delle scogliere e che si stringessero all'inverossimile le
imboccature, il problema dei fanghi e dell'anossia dell'acqua
all'interno delle scogliere era minimo, addirittura assente quando mio
padre mi portava a fare il bagno nel mare di fianco alla fossa. Massimo
Lugaresi in una lettera alla Circoscrizione come Presidente del Circolo
Velico, nella quale critica l'atteggiamento di qualche operatore che
vorrebbe demolire parte del porticciolo credendo di risolvere il
problema, rammenta come, durante i lavori fatti quando era alla guida
dell'assessorato ai LLPP "il progettista Ingegnere capo delle Opere
Marittime aveva già allora individuato quali fossero i pericoli
futuri,... gli sbocchi dovevano avere una larghezza minima di 40/50m,
oggi sono praticamente inesistenti". Perchè allora si è lasciato fare?
Dov'era la rappresentanza di tutta la città? e quella dei bagnini perchè
ha lasciato fare a ciascuno come pareva, se quello era un progetto
effettivamente condiviso?
Nei mesi scorsi è stata realizzata uno scarico a mare ulteriore lungo la
via Polazzi NECESSARIO per mettere in sicurezza idraulica la zona a mare
di Viserba. Valutato che la vasca di laminazione del piazzale don Tonino
Bello (lato via Baroni) è già collegata con la fossa dei mulini mediante
altra condotta che passa per via Amati, valutato che la fossa stessa
avrebbe la necessità di essere prolungata affinchè scaricasse al largo
il fango biologico che trasporta, perchè la rappresentanza dei bagnini
non ha fatto sistema con tutte le rappresentanze del territorio per
mettere in atto un progetto diverso? Si sarebbero risolti due problemi
in una volta. Invece si è preferito che un singolo portasse avanti un
battaglia vista come interesse personale che ha avuto il risultato che
mare all'interno delle scogliere è peggiore di quello dell'anno scorso
prima degli interventi. L'ufficio tecnico delle indicazioni della
Circoscrizione non ha tenuto neppure in considerazione il fatto che
avrebbe dovuto fare di tutto affiché il passaggio a livello di via
Polazzi rimanesse aperto e, nonostante tutte le rassicurazioni, il
passaggio a livello lo hanno chiuso.
In tutta questa vicenda la Circoscrizione, ed io personalmente, ci
sentiamo vicini alle categorie economiche che vorrebbero un mare
decisamente migliore e più spendibile di questo, all'assessore Zanzini
ed ai tecnici dell'autorità di Bacino, oltre a quelli dell'assessorato
che tentano di impegnarsi in un clima decisamente sfavorevole. Un
saluto. Fabio Betti.

giovedì 2 aprile 2009

Superstandard CAAR

Riguardo alla questione dei super-standard da applicarsi sulle aree del Centro agroalimentare oggetto di variante vorrei chiarire alcuni fatti che credo la minoranza, ed in particolare Forza Italia non abbia ben compreso e che a causa della posizione politica che ha intrapreso rischia di fare perdere parte dei finanziamenti previsti, con grave danno per le finanze pubbliche ed in particolare della Circoscrizione 5.
Anzitutto occorre ricordare che il valore delle aree del Centro Agro Alimentare hanno subito un incremento di valore per 2 motivi:
1)il cambio di destinazione d'uso praticato dal Comune che da la possibilità di vendere cose diverse dall'agro-alimentare, e di effettuare vendita al dettaglio;
2) l'arrivo del colosso “IKEA”.
Se non vi era l'arrivo del colosso IKEA oggi certamente non si parlava di aumento di valore delle aree e di Superstandard. Fermo restando che “IKEA” in misura diversa paga dei superstandard, come si fa a cavalcare il concetto di equità nei confronti del soggetto che ha causato l'incremento di valore di tutta l'area. Il risultato politico che si sta ottenendo è quello di una riduzione dei valoridei Superstandard stessi rispetto a quelli concordati inizialmente nei ragionamenti fatti con la Circoscrizione a favore di una presunta equità di trattamento che favorirà solo i privati, in questo caso Mercatone, i quali solo dopo l'arrivo di IKEA hanno progettato di trasferirsi su queste aree.
Il concetto di applicare dei superstandard economici a favore del pubblico, nati dalla necessità di perequare gli aumenti di valore delle aree dovuti a cambi di destinazione d'uso, è stato portato avanti dalla Circoscrizione 5 con i soli voti della maggioranza unitamente al gruppo misto e con il voto contrario di Forza Italia e l'astensione di AN.
Anche gli atti che chiedono di vincolare i soldi derivanti da questi Superstandard allo sfondamento della via Diredaua sono stati approvati con i soli voti della maggioranza, con i voti contrari di Forza Italia.
Riguardo alla disparità di trattamento tra IKEA e gli atri soggetti, chi continua a puntare su questo argomento non fa altro che cadere in un errore madornale e creare confusione.
Infatti è indubbio che l'aumento di valore della aree della zona è dato dalla somma degli incrementi dovuti sia alla variante urbanistica sulle aree del CAAR che alla presenza di IKEA. Per questo motivo che anche la Circoscrizione ha reputato congruo il superstandard urbanistico in opere pubbliche già richiesto ad IKEA senza richiedere ulteriori aggravi.
Leggere il rammarico per la riduzione dei fondi sulla zona Nord espresso dal Capogruppo di Forza Italia Gabriella Piccari su una vicenda per la quale il suo partito rema ed ha remato contro in tutti i livelli di amministrazione mi lascia un poco di amaro in bocca. Vorrei rammentare inoltre alla signora Piccari come il capogruppo di Forza Italia in Comune ing. Ravaglioli avrebbe voluto spendere i soldi derivanti da questi superstandard per lavori in altre zone di Rimini, in particolare in Centro storico, come se a Rimini Nord non servissero.
Concludo questo intervento con un appello al vice sindaco affinché non receda un passo relativamente agli accordi presi con la Circoscrizione e mantenga i superstandard ai valori concordati.
Un saluto. Fabio Betti

lunedì 23 febbraio 2009

La sicurezza è una questione seria

Nei giorni scorsi i Capigruppo di AN Mazzarino e di Foza Italia Piccari della Circoscrizione 5 sono intervenuti con forza in merito alle problematiche di sicurezza della zona Celle, anche a seguito di episodi criminali avvenuti in pieno giorno.
Mi unisco al loro appello ed aggiungo che ci sia da preoccuparsi anche per le notizie relative alle tentate infiltrazioni mafiose nel tessuto economico di Rimini Nord che sono state sventate dalla Polizia. Se da una parte c'è da rallegrarsi perchè il corpo investigativo dello Stato lavora, e per questo mi sento di ringraziare le forze di Polizia che hanno sventato tale piano criminoso, dall'altra continuo a credere che se il Ministro dell'interno non cambia modalità di gestire i “pentiti” e gli “ex”mafiosi indirizzandoli verso altri lidi che non siano la Riviera, le infiltrazioni mafiose con il tempo potranno solo espandersi.
Le recenti proposte del ministro dell'interno Maroni in fatto di sicurezza ritengo siano ancor più preoccupanti: in pratica si preferisce lasciare il controllo del territorio a dei “volontari” piuttosto che potenziare la legittima forza pubblica. Per città come Rimini sarà ancora peggio tanto che l'ultima notizia che è pervenuta è che se il Comune di Rimini vuole il potenziamento del corpo della Polizia di Stato se la deve pagare. Lo scorso anno se non mi sbaglio chiedevano al Comune il conto per la biada dei cavalli.
In merito ai volontari, e se poi non si trovano, o se peggio ancora si reperisce oltre a gente preparata anche esaltati con il vizio giustizialista?
Ma la sicurezza non fa parte delle cose che paghiamo con le tasse?
Ma questo governo, che si era presentato all'opinione pubblica come quello che avrebbe risolto il problema della sicurezza, credeva veramente che mandando qualche soldato incompetente a presidiare il territorio avrebbe risolto il problema?
Infine ci mancherebbe pure vedere la “Julia” a presidiare l'arco d'Augusto con soldati a mitra spianato e cingolati al seguito per migliorare l'immagine della Rimini balneare.
La questione è quindi seria. Credo che ci siano i presupposti per impostare una discussione in Circoscrizione per chiedere con diritto al Prefetto e quindi al ministero dell'Interno quella giusta sicurezza della quale abbiamo necessità, e che paghiamo profumatamente, a partire dalle Celle.
Un saluto. Fabio Betti

mercoledì 19 novembre 2008

La questione della fonte Sacramora.

Il primo ricordo che ho della fonte Sacramora è quella di me dei miei che agli inizi degli anni '70 facevamo la fila alle vecchie fontanelle sotto al bassorilievo di Franco Luzi raffigurante il Santo aggredito dai serpenti, quando tentavo di mettere il mio bottiglione da 1 litro e mezzo alle cannelle dove l'acqua sgorgava “sacra” ed in abbondanza.
Sacra era anche la regola della bottiglia: chi aveva una bottiglia aveva la precedenza su chi invece arrivava con le damigiane con i cestelli in metallo da 12 o 18 bottiglie, con le prime taniche, il cui numero in rilievo al centro indicavano il tempo che vi era da aspettare: 5, 10, 25 litri di attesa, e quelle cannelle che non erogavano mai a sufficienza rispetto alla mia voglia di essere da un'altra parte, lontano da quel grappolo di persone che immancabilmente invadevano la via Sacramora a proprio rischio e pericolo. Perchè agli inizi degli anni 70 di auto che correvano lungo la via Sacramora ce n'erano, meno di oggi, ma ce n'erano.
Nel '73, il 21 aprile, i signori Canini Armando Giulio, Sandrino di Viserba cedettero al Comune in concessione d'uso una “...striscia delle dimensioni ml 8x6 – di terreno... “ “...per l'installazione di manufatti e rubinetti allo scopo di garantire alla popolazione la continuità nell'erogazione dell'attuale acqua della suddetta Fonte”.
Erano altri tempi, la “Sacramora” era il marchio di Viserba di Rimini che con l'acqua e le bibite nella bottiglia in vetro, quelle dalla forma sinuosa, portava il nome di Viserba in Italia e forse nel mondo. Sacramora era lo sponsor genuinamente riminese della squadra di basket, quella che ancora giocava nella palestra dietro al teatro Galli.
Quindi il declino culminato con la chiusura dello stabilimento Sacramora. Nel frattempo il degrado delle fontanelle, e il disagio causato dalle auto parcheggiate di traverso sui marciapiedi oltre all'intralcio alla circolazione lungo la via erano tali che da tempo se ne studiava lo spostamento.
Negli anni si studiarono ipotesi di spostamento come quella a firma dell'architetto Sammarini di Viserba che pensava alle fontanelle inserite all'interno di un parco termale. Nella scorsa legislatura il Quartiere era riuscito ad inserire lo spostamento delle fontanelle all'interno di una scheda limitrofa che pareva dovesse partire a breve, ma che attualmente risulta ferma.
Tornando ad un anno fa, dopo una estate in cui inizialmente l'acqua veniva troppo piano, quindi troppo forte, alla fine di ottobre la fonte Sacramora è stata chiusa. Qualcuno ipotizzò a causa della crisi idrica.
La verità, così come la racconta Luciano Tonini, che spesso aiutava l'addetto alla manutenzione dell'impianto idrico delle fontanelle, è che si sono bruciate le pompe. Nonostante le promesse del sig. Savioli pubblicate dai giornali locali alla fine del 2007 di rimettere in funzione l'impianto, a tutt'oggi le fontanelle sono chiuse.
A tutt'oggi l'unico che attualmente potrebbe riattivare l'erogazione dell'acqua dalle fontanelle è l'intestatario della concessione mineraria rinnovata con determina 005050 del 16/06/1997 dalla regione Emilia Romagna con durata fino al 07 ottobre 2026.
Preso atto che in data 26 marzo 2008 il ministero della salute ha emanato un decreto di “Sospensione della validita' dei decreti di riconoscimento delle acque minerali «Sacramora» e «San Giuliano», di Viserba “ causa la mancata trasmissione dell' “...autocertificazione concernente il mantenimento delle caratteristiche dell'acqua minerale, nonche' una analisi chimica ed una analisi microbiologica relative a prelievi effettuati nel corso dell'anno alle singole sorgenti”, in accordo con i consiglieri circoscrizionali Tonini e Morolli abbiamo deciso di fare valere i diritti dei cittadini sanciti dall'atto prefettizio originario prot. 33407 div 3^ del 9 ottobre 1956 pubblicato nella gazzetta ufficiale del 6 aprile 1957 n°89 che, agli articoli 13, 14, 15 esprime in maniera quasi poetica quanto segue: “art. 13: A salvaguardia dell'antica consuetudine dei cittadini di Rimini di attingere acqua per usi propri dalla fonte oggetto della concessione di che trattasi, il concessionario si OBBLIGA a consentire l'accesso gratuito ed indiscriminato dei predetti cittadini alla miniera per l'attingimento ed il consumo sul posto dell'acqua.
Art.14 Nel caso di cui al precedente articolo l'acqua attinta potrà essere trasportata fuori dalla concessione limitatamente a pochi litri al giorno e per un numero limitato di giorni dai cittadini riminesi che ne abbiano necessità per usi curativi...
Art.15 La facoltà di cui ai due articoli precedenti potrà essere esercitata in qualunque tempo dell'anno e quotidianamente dall'alba al tramonto...
Per questi motivi abbiamo richiesto alla Provincia di Rimini, competente in materia, mediante lettera approvata all'unanimità in Circoscrizione 11/06/2008 di fare decadere la concessione mineraria in essere in quanto appare chiaro che questa è a tutt'oggi non più operante, in modo che il pubblico possa tornare a gestire direttamente la fonte Sacramora e questa venga riaperta al godimento dei cittadini.
Tralascio ogni commento riguardo ai veri motivi per cui il privato continui a mantenere una concessione mineraria senza sfruttarla, ma la vertenza con il Comune nella vicenda di via Sozzi chiarisce ogni dubbio. A buon intenditor....
Notizie di questi giorni la provincia sta procedendo con le verifiche utili allo scopo, così come aveva promesso l'assessore Romani.
Alla fine di questa vicenda spero che la Sacramora possa tornare sia a regalare la sua “sacra” acqua a noi Viserbesi, ma anche ad essere di nuovo il mezzo capace di portare “Viserba” per il mondo.
Un saluto. Fabio Betti